POEM OF YOU

POEM OF YOU, WHOEVER YOU ARE

Azione per Wonder(L)and

Progetto e coreografia                       Simona Bertozzi

Danza                                                   Gruppo Marewa

Musica                                                  Autori vari

Organizzazione                                   Teatro dei Venti / Nexus

Ufficio Stampa                                    Michele Pascarella

Produzione Nexus 2018

Con il contributo di MIBACT e Regione Emilia Romagna

 

“whoever you are, now I place my hand upon you, that you be my poem”

Ho articolato con il gruppo Marewa un processo di ricerca e composizione dedicati alla natura del movimento, assumendo come centralità la sua natura fugace e transitoria, capace, proprio per questo, di sorprendente potenza generativa.

Da questo incontro è nato Poem of you, whoever you are opera che si accorpa al progetto Wonder(L)and, contenitore di azioni e pratiche coreografiche articolate intorno al tema dello stupore e della meraviglia. 

A dispiegare l’iconografia e il vigore ritmico della ricerca torna il pensiero poetico di Walt Whitman, già suggestione potente di altre azioni di Wonder(L)and e qui citato in Poem of you, whoever you are, composizione in cui emerge la fisicità del fraseggio, il tocco momentaneo e esatto della sua parola poetica, capace di evocare paesaggi di presenze, di corpi scontornati nelle posture e al contempo attraversati dal flusso delle visioni, dalla materia degli spazi.

Una polifonia di eventi, tutti necessari e ugualmente “luminosi”.

Queste le temperature della meraviglia di Whitman che sento, fortemente, adiacenti al mio pensiero sulla bellezza del gesto e la sua declinazione nella produzione di immagini.

Adottando l’orizzontalità del campo visivo offerta da Whitman, lo scorrere incessante di visioni, territori, moti, colori, masse, e appoggiando le anatomie su due azioni prevalenti: sottrazione e propagazione, si tracciano una serie di “danze sbilanciate”, di immersioni nell’asimmetria del movimento. Asimmetria che prende spazio per necessità di estensione, di rottura dell’equilibrio, di incontro con le traiettorie dell’altro da sé.

S.B.

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Walter Porcedda

Gli Stati Generali

“A piedi nudi sul parco. Sono corpi in fuga e in cerca di nuova identità. Avanzano scomposti nel cuore della città opulenta che osserva in modo sfocato. Quella della danzatrice e coreografa Simona Bertozzi in “Poem of you, whoever you are”, azione per Wonder Land è una danza non danza fatta di gesti minimali forti e decisi, coreografie complesse dell’animo, rivelatrici di dolore e passioni. Suggerisce le storie di chi ha fame di libertà. I danzatori, uomini e donne, in questo caso i richiedenti asilo del gruppo Marewa (già impegnati in laboratori con il teatro dei Venti) hanno lavorato due giorni fitti con la coreografa. E il sabato mattina, come in un happening conquistano un fazzoletto di terreno nella centrale piazza Matteotti per danzare scalzi sulla dura pavimentazione, tra alberi, verde, panchine ed edicole, a pochi metri dalla centrale via Emilia con il suo ordinario via vai di biciclette e bus colorati di giallo a due passi dal Duomo, dove sotto l’austera torre della Ghilardina c’è il consueto intreccio operoso di gente che corre per affari o entra dentro il mercato civico, trasbordante di profumi e colori. In pochi minuti le figure coreografiche diventano complesse e i danzatori riconducono a unità quello che inizialmente sembrava su un punto di disgregazione. C’è energia, eleganza e levità: una forza espressiva che prende il cuore.”

Teatro sociale d’arte, il festival Trasparenze mostra la via

 

Nicola Delnero

Paper Street

“Relazioni che si infittiscono, avvicendano, allontanano per poi ricongiungersi in Poem of you, whoever you are – azione per Wonder(L)and, altro esito di laboratorio questa volta condotto da Simona Bertozzi con i richiedenti asilo del gruppo Marewa. Siamo in Piazza Matteotti, nel cuore della città di Modena, tra il tram-tram quotidiano che continua il suo corso qualche curioso si ferma alcuni istanti per assistere alla performance: la casa di Trasparenze si allarga, si dona continuamente allo scambio. Qui i danzatori – uomini e donne –, piedi nudi sulla pietra, hanno consumato una danza fatta di gesti vigorosi e precisi, delicati e minimali. Una coreografia che con naturalezza, semplicità ed eleganza ha condotto i corpi verso l’abbandono, la disgregazione e la successiva unione. Una danza che tornerà, sempre a Modena (Piazza Roma), tra due giorni; segno di una continuità feconda che non si esaurisce solo nel “contenitore” festival.”

https://www.paperstreet.it/trasparenze-eppur-ci-sono

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